Fondi europei, Emilia-Romagna prima in Italia per spesa certificata. Con circa 170 milioni di euro sul Por Fesr e oltre 479 milioni sul Por Fse l'Emilia-Romagna guida la classifica nazionale stilata dal ministero dello Sviluppo economico.
L’Emilia-Romagna è prima in Italia per capacità di utilizzo dei fondi europei Por Fesr e Por Fse. Lo certifica il Rapporto annuale del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica, pubblicato dal Mise (ministero dello Sviluppo economico), che pone l’Emilia-Romagna in testa alla classifica delle Regioni italiane, comprese le Regioni a Statuto speciale e le due Province autonome di Trento e Bolzano.
Per il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), i numeri parlano di quasi 170 milioni di euro di spesa certificata al 28 febbraio, su un totale di 347 milioni di risorse a disposizione per la programmazione 2007-2013. In termini percentuali, l’Emilia-Romagna ha certificato il 48,9% degli impegni di spesa, superando così di 0,5 punti la virtuosa Provincia autonoma di Trento e staccando nettamente le Marche, seconda tra le Regioni a Statuto ordinario, che si ferma al 43,6%.
Molte delle questioni che pone l’Europa fanno già parte integrante delle nostre politiche: dalla strategia Europa 20-20, scritta nel Piano energetico, all’impegno su ricerca, innovazione, cluster tecnologici, recepito dal nuovo Programma attività produttive. E, nonostante la capacità di utilizzo delle risorse comunitarie certificata dal Mise – fondata sull’integrazione delle politiche regionali e sull’efficienza della macchina amministrativa – resta anche in Emilia-Romagna l’urgenza di trovare soluzioni convincenti e di breve periodo a quelle che sono le priorità delle priorità, cioè il lavoro e la finanza per l’impresa.
Quadro analogo per il Fondo sociale europeo (Fse), che vede l’Emilia-Romagna prima, con il 59,4% della spesa certificata sul totale: in termini assoluti, oltre 479 milioni di euro su 806,5. Questo per l’Emilia-Romagna – che già nelle precedenti rilevazioni figurava nelle prime posizioni, a livello nazionale, per capacità di utilizzo dei fondi Ue – è un ulteriore biglietto da visita per Roma e Bruxelles, che in questi mesi si stanno confrontando sulla nuova programmazione dei fondi Fesr ed Fse relativa al periodo 2014-2020.
Per il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), i numeri parlano di quasi 170 milioni di euro di spesa certificata al 28 febbraio, su un totale di 347 milioni di risorse a disposizione per la programmazione 2007-2013. In termini percentuali, l’Emilia-Romagna ha certificato il 48,9% degli impegni di spesa, superando così di 0,5 punti la virtuosa Provincia autonoma di Trento e staccando nettamente le Marche, seconda tra le Regioni a Statuto ordinario, che si ferma al 43,6%.
Molte delle questioni che pone l’Europa fanno già parte integrante delle nostre politiche: dalla strategia Europa 20-20, scritta nel Piano energetico, all’impegno su ricerca, innovazione, cluster tecnologici, recepito dal nuovo Programma attività produttive. E, nonostante la capacità di utilizzo delle risorse comunitarie certificata dal Mise – fondata sull’integrazione delle politiche regionali e sull’efficienza della macchina amministrativa – resta anche in Emilia-Romagna l’urgenza di trovare soluzioni convincenti e di breve periodo a quelle che sono le priorità delle priorità, cioè il lavoro e la finanza per l’impresa.
Quadro analogo per il Fondo sociale europeo (Fse), che vede l’Emilia-Romagna prima, con il 59,4% della spesa certificata sul totale: in termini assoluti, oltre 479 milioni di euro su 806,5. Questo per l’Emilia-Romagna – che già nelle precedenti rilevazioni figurava nelle prime posizioni, a livello nazionale, per capacità di utilizzo dei fondi Ue – è un ulteriore biglietto da visita per Roma e Bruxelles, che in questi mesi si stanno confrontando sulla nuova programmazione dei fondi Fesr ed Fse relativa al periodo 2014-2020.
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