sabato 26 novembre 2011

PADANIA? NO, PIU' ITALIA E PIU' EUROPA

"L'unica strada è l'indipendenza della Padania", titola a caratteri cubitali il nuovo manifesto della Lega Nord, riprendendo gli slogan secessionisti della campagna di tesseramento.

Ma quale Padania? Ma quale indipendenza?

La Lega Nord, dopo avere governato per otto degli ultimi dieci anni, ha lasciato vuote le casse di Province e Comuni, tutti - quelli guidati da Sindaci e Presidenti leghisti inclusi, ovviamente.

Ora, dopo tante poltrone romane comodamente occupate, dopo un decennio da federalisti nel weekend e centralisti nei giorni feriali, si riscopre l'indipendentismo.

Qualche giorno fa l'ex ministro leghista Pagliarini ha detto all'Espresso (potete leggere qui intervista completa, http://espresso.repubblica.it/dettaglio/cara-lega-stai-morendo/2166674): "Riaprono il Parlamento padano per cercare di riprendersi la base, ma gli elettori non sono mica scemi. E sanno benissimo che in questi anni il Carroccio non ha ottenuto niente, se non poltrone per i suoi dirigenti". 

In realtà, oggi - in un momento in cui l'Europa sta disperatamente cercando condizioni di unità per uscire da una delicatissima situazione economica - le posizioni leghiste sono innanzitutto contro l'interesse dell'Italia. Tutta l'Italia, dalle Regioni bagnate dal Po a quelle del centro e del sud.
Altroché indipendenza. Basta chiedere ai piccoli e grandi imprenditori dell'Emilia-Romagna di cosa hanno bisogno oggi: credito, innanzitutto, politiche di incentivi per la crescita, possibilmente orientate a ricerca ed economia verde, sviluppo, opportunità per essere più competitivi. Non certo l'indipendenza di un territorio dai confini nebulosi. I risultati dei dieci anni al Governo? Qualche ufficio a Monza denominato "Ministero" senza titolo e rimasto sempre chiuso. 

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