"Deal done!": con un tweet, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha annunciato l'accordo sul bilancio europeo 2014-2020 dopo una maratona negoziale durata oltre 25 ore.
Il nuovo possibile compromesso si basa su una drastica riduzione della proposta della Commissione, presentata nell'estate del 2011. Il confronto nelle ultime 18 ore di negoziato è stato tra i Paesi che desiderano un bilancio il più snello possibile, Gran Bretagna in testa, e i Paesi che vogliono difendere i propri vantaggi e i propri sussidi, come la Francia e l'Italia. Per quadrare il cerchio la presidenza del Consiglio europeo ha tentato nella bozza di offrire ai governi vari puntelli per poter vendere il pacchetto alla loro pubblica opinione. Se da un lato la Gran Bretagna può affermare che il nuovo bilancio sarà nettamente inferiore a quello precedente, l'Italia, per esempio, potrà rivendicare, se l'accordo verrà confermato, alcuni successi. In particolare, nel settore della coesione, "le regioni meno sviluppate" del Paese beneficeranno di 1,5 miliardi di euro di fondi addizionali.
La presidenza del Consiglio europeo ha anche proposto un pacchetto a favore dell'occupazione. Il denaro – sei miliardi di euro – sarà riservato alle regioni europee con una disoccupazione giovanile superiore al 25%. Non è ancora chiaro come avverrà l'allocazione del denaro (prima del vertice si parlava di 600-800 milioni di euro a favore dell'Italia). Nel contempo, nel settore dell'agricoltura, l'Italia beneficerà di fondi addizionali per 1,5 miliardi nel settore dello sviluppo rurale. La distribuzione del denaro in questa posta di bilancio viene decisa dalla Commissione. Non è possibile quindi dire quale totale l'Italia riuscirà a strappare. Nell'altro pilastro della politica agricola comune, quello dei pagamenti diretti, il paese è destinato a subire una decurtazione rispetto al 2007-2013, anche se l'ammontare dipenderà dai negoziati ancora in corso. Questa mattina, l'impressione è che l'Italia, Paese contributore netto, possa riuscire a ridurre il proprio saldo negativo annuo nel 2014-2020.
Sul fronte degli sconti, le novità riguardano prima di tutto la Danimarca, che riesce ad ottenere un rebate. Gli sconti degli altri Paesi, secondo il canovaccio di compromesso ancora in discussione, potrebbero subire riduzioni anche sostanziali. La posta di bilancio dedicata all'amministrazione comunitaria, criticata per privilegi e inefficienze in alcuni Paesi, scenderà di 1,5 miliardi, un miliardo in più rispetto alla proposta della Commissione.
(da Aise e Sole 24 Ore)
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